DENTRO AL SEMESTRE FILTRO: COSA CI DICONO GLI STUDENTI

Semestre filtro: qual è il contesto attuale e come stanno vivendo gli studenti questa riforma?

La puntata del podcast vuole condurre l’ascoltatore dentro al semestre filtro e comprendere l’esperienza degli studenti.

La registrazione della puntata avviene alla terza settimana del semestre filtro, il 18 settembre, un periodo di grande fermento e apprensione per gli studenti che attraversano un momento importante della loro carriera universitaria.

Questo nuovo sistema sta impattando radicalmente un sistema che durava da 30 anni, precedentemente basato sul famoso test di ammissione, anche se alcune realtà private e l’Università Statale in inglese lo hanno conservato.

Un cambiamento necessario e fortemente voluto da un ampio consenso popolare.

Indice

Quali sono le principali difficoltà riscontrate dagli studenti nelle prime settimane?

Un tema forte che sta emergendo, tra ciò che i nostri allievi ci hanno comunicato, è la condensazione dei contenuti. Molti docenti devono affrontare un programma molto vasto che precedentemente occupava il primo semestre e condensarlo in soli due mesi. L’obiettivo è affrontare in due mesi contenuti che andrebbero approfonditi e sviscerati in sei mesi. La conseguenza di questa condensazione sono lezioni in cui, ad esempio in una materia come Fisica, vengono srotolate 100 o più slide in un’ora. Gli studenti manifestano una difficoltà cognitiva nell’assorbire così tante informazioni in poco tempo, difficoltà riscontrata anche dai ragazzi provenienti dal liceo scientifico.

Quale impatto sta avendo il semestre filtro sui docenti universitari?

È necessaria empatia nei confronti dei docenti universitari, specialmente quelli storici, che sono abituati a insegnare in una certa maniera da 20 o 30 anni. Un docente che insegna da decenni ha acquisito un sistema di comunicazione che lega il contenuto svolto in un semestre alla modalità d’esame.

Ora, deve svolgere il contenuto di un semestre in soli due mesi. Inoltre, le prove d’esame del semestre filtro verranno preparate in modo centralizzato da Roma. Questa modalità priva il docente della possibilità di mettere a punto l’esame nella modalità a lui più congeniale.

Gli atenei hanno l’incarico di spiegare i programmi, ma non più di preparare l’esame, che sarà unico per le prove previste per il 20 novembre e il 10 dicembre. Questo è fonte di grande frustrazione e delusione per i docenti. L’Università, che tipicamente permette di approfondire gli argomenti e collegare le scoperte della ricerca, non può farlo in questi primi due mesi, limitando l’arricchimento della didattica.

Quali sono le reazioni degli studenti alla discrepanza tra i contenuti delle lezioni e l’esigenza d’esame?

I docenti più esperti, i luminari, tendono a trascendere il contesto del programma, arricchendo la lezione con la propria esperienza personale da ricercatore.

Gli studenti, con l’esame filtro imminente entro la fine dell’anno, si chiedono se questi contenuti aggiuntivi e ricchi di esperienza saranno oggetto della prova. Questa preoccupazione non è riduttiva, considerando l’obiettivo di accedere al secondo semestre.

Il docente informa gli studenti che non preparerà personalmente l’esame, perché la gestione è centralizzata, e aggiunge che, a causa del tempo limitato, dovranno studiare in autonomia il materiale non coperto.

Una dinamica che fa sentire lo studente totalmente disorientato, con un’oscillazione emotiva che va dalla rabbia alla delusione e alla disperazione. I ragazzi frequentano lezioni dalle 8:00 del mattino fino alle 17:00 o 18:00, e in molti atenei anche il sabato. La mancanza di rassicurazioni dalle figure qualificate genera sconsolazione. È fisiologico pensare che il sistema attuale sarà inevitabilmente perfezionato per gli anni successivi.

In che modo la gestione dei tempi e dei contenuti influenza la partecipazione e l’interazione in aula?

Non può esistere apprendimento senza interazione. Gli studenti riferiscono una forte frustrazione dovuta all’incapacità di interagire in aula, in quanto il tempo è tiratissimo per i docenti. Questa completa e totale mancanza di interazione porta gli studenti ad assorbire e contenere le frustrazioni.

Si consiglia di sfogare tale energia contenuta in modo funzionale tramite esercitazioni, i nostri allievi, ad esempio, si allenano sui quesiti con delle “CFU SIM“, simulazioni con l’analisi delle performance. Già alla seconda o terza settimana, molti ragazzi hanno abbandonato la frequenza in presenza. Molti stanno decidendo di seguire online per potersi esercitare e portare avanti il lavoro in autonomia. Questo comportamento fa venir meno la “magia” del primo anno universitario e la possibilità di stabilire legami con i compagni.

Quali sono le caratteristiche della nuova modalità d’esame e le criticità relative alla correzione?

Il grande vantaggio del semestre filtro è che chi lo supera ottiene ben tre esami sul libretto, un aspetto positivo rispetto al vecchio sistema.

Gli esami, che si terranno il 20 novembre o il 10 dicembre 2025, sono prove scritte composte da 31 domande per materia (Fisica, Biologia, Chimica e propedeutica Biochimica). Il punteggio di 31 su 31 corrisponderà al 30 e lode. Di queste 31 domande, 15 sono a risposta multipla. Le restanti 16 sono nel nuovo formato definito a completamento.

Mentre la risposta multipla ha un sistema di correzione rodato, ossia il lettore ottico, per la domanda a completamento la risposta deve essere data via cartacea, con la grafia dello studente. Questo implica che non potrà esserci una correzione automatizzata. Verosimilmente, ci sarà una correzione manuale. Vi è il timore che la gestione di questa fase, non ancora chiarita in modo preciso nei decreti, possa essere un trigger per un elevato numero di ricorsi e contenziosi, un tema che storicamente ha caratterizzato il test di medicina. Tale potenziale correzione manuale stona con i sistemi innovativi attuali, in un’epoca di automazione e rinascimento tecnologico.

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