Semestre filtro: il racconto di Ginevra
La tredicesima puntata del podcast di Cordua affronta un tema di grande attualità: il semestre filtro. Ospite di questo episodio è Ginevra Mattana, una nostra allieva che sta vivendo in prima persona questa esperienza presso l’Università di Genova.
Ascolteremo direttamente dalla sua voce come si affrontano le sfide organizzative, l’alta competizione e le incertezze didattiche che caratterizzano questo percorso inedito. Questo approfondimento offre spunti fondamentali e concreti per chiunque stia pianificando il proprio futuro nel campo della Medicina.
Indice
- Qual è il clima che si respira nelle aule universitarie di Genova?
- L’alta competizione impedisce la creazione di gruppi di studio efficaci?
- Com’è il rapporto con i docenti universitari?
- I docenti supportano gli studenti nella preparazione al formato specifico dell’esame?
- Quali sono i pro e i contro principali del semestre filtro?
- Come viene gestita la pressione emotiva dagli studenti?
- Quale consiglio daresti ai ragazzi che sognano un futuro in Medicina?
Qual è il clima che si respira nelle aule universitarie di Genova?
Per quanto riguarda il clima in generale, devo dire che ho percepito una competizione molto alta. Credo che questo sia normale in un percorso a numero programmato, ma l’incertezza che viviamo rende tutto più difficile. Noi ci sentiamo studenti di mMdicina, ma non abbiamo la sicurezza di entrare. Ogni nozione in più che un compagno conosce ci fa sentire come se stessimo perdendo terreno rispetto a lui.
L’alta competizione impedisce la creazione di gruppi di studio efficaci?
Nonostante l’elevata competizione, la creazione di gruppi di studio non è totalmente impedita. Io stessa ho creato un gruppo con persone che in realtà conoscevo già prima di iniziare l’università. Mi sembra che la maggior parte degli studenti abbia il proprio gruppo, formatosi in precedenza o anche attraverso nuovi rapporti in aula.
Per quanto riguarda la condivisione delle informazioni, esistono gruppi per le sbobine (trascrizioni delle lezioni), che sono aperti a tutti. Tuttavia, se non collabori direttamente, ti escludono immediatamente dal gruppo. Hanno paura che tu possa usufruire del loro lavoro senza dare un contributo. Infatti, ho sentito di parecchia gente che è stata estromessa dopo solo una settimana.
Com’è il rapporto con i docenti universitari?
I professori si sono dimostrati disponibili nei nostri confronti, perché capiscono che stiamo affrontando un percorso difficile e non abbiamo mai affrontato dinamiche simili prima d’ora. Allo stesso tempo, siamo in un numero così elevato che è impossibile instaurare un rapporto diretto con il professore. In aule con centinaia di persone, anche se ci hanno fornito slide e materiale didattico, è difficile avere un reale colloquio o un chiarimento. Lo spazio per le domande è estremamente limitato, a volte ci vengono concessi solo 5 minuti alla fine della lezione, un tempo insufficiente per gestire le richieste di 300 persone.
A Genova, per materie come Chimica, Biologia e Fisica, cambiamo spesso professori. Questo accade perché ogni docente è specializzato in una specifica unità didattica, e il programma da affrontare è vasto e deve essere coperto in poco tempo. Non ho vissuto male questa alternanza, proprio perché non si riesce ad avere un vero rapporto diretto con nessuno dei professori.
I docenti supportano gli studenti nella preparazione al formato specifico dell’esame?
Secondo me, i docenti universitari devono ancora adeguarsi sulle nuove dinamiche di selezione.
Per esempio, durante le ore dedicate agli esercizi di Fisica, abbiamo utilizzato esercizi che sono stati presi da esami universitari tradizionali degli scorsi anni. Questi esercizi sono lunghi e con calcoli che sarebbero quasi impossibili da svolgere nel minuto e mezzo concesso per ogni domanda nel test. Credo che ci sia l’impegno da parte degli insegnanti, ma non sanno bene come approcciare questa novità.
Quali sono i pro e i contro principali del semestre filtro?
Tra i pro, sicuramente, sto affrontando un percorso che mi sta aiutando molto nello sviluppo della determinazione e nella gestione dell’ansia. Essere costretta a seguire e studiare così tante materie in poco tempo mi sta aiutando anche dal punto di vista dell’organizzazione. Trovo anche che i legami e la collaborazione con i compagni siano un pregio, ad esempio dividendoci le unità didattiche per poi confrontarci.
Per quanto riguarda i contro, sicuramente la didattica a distanza è una criticità. Quando a Genova scatta l’allerta, siamo costretti a seguire le lezioni online da un’aula sotto terra. Prendere il codice di presenza è difficile: il codice è dinamico e cambia ogni 30 secondi. Alcuni professori lo rimettono a disposizione su richiesta, ma altri lo mettono solo nei 5 minuti di pausa e non lo ridanno, temendo che molti si colleghino solo per registrare la presenza.
Come viene gestita la pressione emotiva dagli studenti?
L’emotività gioca un ruolo chiave. Chi proviene da un liceo non scientifico è molto preoccupato. Io, ad esempio, mi accorgo di avere una base da cui partire, ma chi non ha mai affrontato la chimica organica e si trova davanti tre unità didattiche solo su quel tema, si sente subito in difficoltà. Il carico di studio è enorme, e molti ragazzi si sentono delusi, agitati e non all’altezza. L’emotività è così forte che molte persone si tirano indietro ancor prima di sostenere la prova.
È anche difficile capire quanto tempo dedicare allo studio e quanto ad altre attività. A me è capitato di uscire un pomeriggio, sentire che i miei compagni avevano studiato tutto il tempo e sentirmi in colpa, finendo magari per studiare di notte, cosa che non fa bene. Inoltre, non sappiamo quanto precisamente dobbiamo sapere, né cosa dobbiamo sapere, perché questo percorso non è mai successo prima e nessuno ci ha dato indicazioni chiare.
Quale consiglio daresti ai ragazzi che sognano un futuro in Medicina?
Il mio consiglio è di iniziare a prepararvi in anticipo. Io stessa ringrazio di aver cominciato la preparazione un anno prima, anche se non sapevo ancora nulla della riforma. Se si inizia a prepararsi solo a settembre, si arriva al semestre filtro con una mole di studio, stress, stanchezza ed esasperazione eccessiva. Iniziando prima, si impara a suddividere il lavoro e a organizzarsi, cosa fondamentale. Avere un vantaggio in questo contesto è importantissimo, non solo nei confronti degli altri, ma anche per sé stessi, per trovare tutti i modi per raggiungere l’obiettivo.





