SEMESTRE FILTRO: COME GESTIRE L’ANSIA DI QUESTO PERIODO?

Semestre filtro - come gestire ansia


Il semestre filtro è uno dei momenti più intensi per gli studenti: tra lezioni serrate di Biologia, Chimica e propedeutica Biochimica e Fisica, e gli esami decisivi fissati per il 20 novembre e il 10 dicembre 2025, la pressione può diventare altissima.

Come gestire lo stress e mantenere la concentrazione in un periodo così impegnativo?

Nella 10ª puntata del nostro Podcast ne parliamo con la professoressa Carlotta Arnaldi, Responsabile studenti di Cordua e docente di Biologia e Chimica, che condividerà consigli pratici e strategie per affrontare al meglio questa sfida.

Indice

Perché il semestre filtro genera così tanta pressione?

A differenza del passato, dove la selezione avveniva prima dell’ingresso in università, gli studenti oggi sono già immersi nel mondo accademico da mesi. Stanno dedicando anima, corpo e moltissime ore del giorno al raggiungimento di questo obiettivo. La pressione aumenta poiché l’obiettivo appare vicinissimo, ma l’esito del 12 gennaio precluderà o aprirà diverse porte future.

Qual è l’errore più comune che commettono gli studenti ansiosi?

L’ansia porta frequentemente gli studenti a concentrarsi solo su ciò che non conoscono. Questa reazione fisiologica spinge i ragazzi a studiare troppa teoria, percependo erroneamente la didattica come l’unico fattore di successo. Tuttavia, il superamento di un esame selettivo richiede sia conoscenza che una corretta gestione della tensione e della concentrazione. Sovraccaricare il cervello con sola teoria lo affatica notevolmente, riducendo l’efficacia dello studio.

Come si può trasformare lo studio stanco in studio efficace?

Inserire momenti specifici per ricaricare il cervello durante la giornata risulta fondamentale. Studiare quando si è stanchi porta a dare a malapena il 20%; al contrario, un’ora di studio concentrato vale molto di più di quattro ore svolte in condizione di affaticamento. È cruciale ricordare che si tratta di una prova a crocette e a risposta a completamento, totalmente diversa dai tradizionali esami orali universitari.

Quale tipo di routine dovrebbero adottare i ragazzi?

Quando il tempo è limitato, adottare una routine precisa e programmata è cruciale per la preparazione. È necessario pianificare lo studio suddividendo la teoria, da seguire in università, dalla pratica, da svolgere a casa. Questa routine deve includere sempre un fondamentale momento di distacco e riposo, stabilizzando il sonno per studiare con maggiore efficacia. Tutta questa tensione va vista come un allenamento indispensabile per il futuro lavoro in un ambiente medico ad alta pressione.

Quali strategie pratiche aiutano a interrompere il blocco mentale?

Quando il cervello si blocca, bisogna “spegnerlo e riaccenderlo”, come si farebbe con un PC inceppato. L’attività fisica aiuta a mandare il sangue altrove, dunque sono sufficienti 30 minuti di corsa o una passeggiata. È sconsigliato passare ore sulla stessa frase senza comprenderla. La strategia fondamentale è concentrarsi sul “qui e ora”, impedendo all’ansia, che deriva dal passato o dal futuro non fatto, di imprigionare nel circolo vizioso. Bisogna chiedersi cosa si può fare in quel preciso istante per lavorare meglio.

Quanto sono fondamentali la visualizzazione e la respirazione?

La visualizzazione è una tecnica cruciale, usata anche in contesti agonistici, che permette di concentrarsi sul percorso desiderato in modo rilassato. Allo stesso modo, non bisogna sottovalutare il potere della respirazione, poiché il cervello è abituato a viaggiare in due direzioni (input e output). Forzarsi di regolarizzare il respiro, respirando profondamente e lentamente, rallenta il battito cardiaco. Questo strumento può essere usato a proprio vantaggio contro l’agitazione.

Qual è il messaggio chiave per gli studenti vicini al traguardo?

Se, nonostante tutte le difficoltà e la stanchezza, si continua ad andare avanti, significa che si sta lottando per qualcosa che si ama veramente, preparandosi a un lavoro che durerà 35 anni in media. È fondamentale ricordare che l’agitazione è normale prima di una prova di selezione, provata anche da chi arriva ai primi posti in graduatoria. La tensione non va eliminata, ma utilizzata per ottenere una buona performance; bisogna imparare a goderne, poiché finché si prova quel “pizzicore” si sta facendo la cosa giusta.

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