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Storia del Test di Medicina – Come nasce la prova d’ingresso?

storia del test di medicina

La storia del Test di Medicina nasconde molti dettagli interessanti.

Approfondisci con Cordua le vicende e gli eventi che hanno portato all’istituzione di una delle prove d’ingresso all’Università più famose e dibattute d’Italia.

Storia del Test di Medicina – Dal 2022 e ritorno

Martedì 6 settembre 2022. Anche quest’anno in tutta Italia migliaia e migliaia di giovani aspiranti medici – 60mila per la precisione – si sono cimentati nella loro prima vera chance di realizzare il loro sogno: il test statale di Medicina.

Da anni al centro del dibattito pubblico, il Test di Medicina ha sempre mosso moltissimi attori politici e non, alimentando discussioni all’interno del panorama italiano.

Che lo si consideri semplicemente il primo step per l’accesso a medicina o che ci si batta per abolirlo, che si stia a sindacare sull’importanza e sul numero di domande di carattere non propriamente scientifico (quelle di cultura generale, ndr) o che si sia convinti della necessità di una selezione che sia “a tutto tondo”, poco importa: il Test di Medicina esiste, e ogni anno un numero altissimo di ragazzi sceglie di prepararlo e di cimentarsi – chi per la prima volta e chi per un secondo o un terzo tentativo – in quella che è probabilmente la prima grande prova per il futuro di ogni giovane aspirante medico. 
Ma da quando esiste il test?

Perché istituire il Test di Medicina?

All’interno del tessuto socio-culturale italiano, è da sempre stata radicata la convinzione che per diventare medici fosse necessario far parte delle classi sociali più abbienti. Queste posizioni subirono un mutamento già nel 1923, quando i corsi di medicina – precedentemente accessibili solo previo diploma di maturità classica – furono aperti anche ai ragazzi usciti dal liceo scientifico.

La prima apertura

La questione, però, non si discostò ulteriormente da queste posizioni ancora per più di 40 anni: la prima vera svolta arrivò l’11 dicembre 1969, data in cui l’accesso a medicina venne finalmente garantito a tutti i possessori di un diploma di maturità, senza che fosse imposta alcuna distinzione sulla natura della scuola di provenienza.

L’introduzione del numero programmato

A seguito di questa decisione, l’accesso libero e indistinto alla facoltà aumentò a dismisura il numero di medici, andando a superare la richiesta effettiva di personale. Le cose rimasero invariate fino alla seconda metà degli anni Ottanta, quando la CEE (la Comunità Economica Europea, “progenitrice” della CE e, successivamente, anche dell’UE) pose tutti i suoi stati membri di fronte alla necessità di assicurare uno standard qualitativo dell’istruzione universitaria quanto più elevato possibile.

In questo modo, dopo non pochi ragionamenti, si arrivò alla conclusione che fosse necessario applicare quello che è oggi noto come numero programmato.

Per quel che concerne il caso italiano, la decisione di attivare un test selettivo per l’ingresso a determinate serie di facoltà seguì direttamente la Sentenza n. 383/98 della Corte Costituzionale, all’interno della quale veniva espressamente richiesta la valutazione delle modalità di accesso al mondo universitario.

La svolta, dunque, arrivò ufficialmente il 2 agosto del 1999, quando l’allora Ministro dell’Università Ortensio Zecchino trasformò in Legge un Decreto ministeriale elaborato qualche anno prima (oggi noto come Legge n. 264/99 – Norme in materia di accessi ai corsi universitari) per sancire l’introduzione del numero programmato in alcune delle facoltà cosiddette scientifiche. Nonostante le notevoli manipolazioni avvenute nel corso degli anni e le continue minacce di abolizione, la suddetta Legge risulta oggi ancora in vigore.

Accesso programmato – Come funzionava?

Inizialmente, la ripartizione dei posti disponibili era stabilita su base locale, e cambiava a seconda dell’Ateneo. C’è stato infatti un momento in cui i giovani si trovavano a concorrere esclusivamente per l’Università presso cui decidevano di sostenere l’esame di accesso. In questo modo, però, il punteggio minimo variava necessariamente da un Ateneo a un altro, determinando notevoli discriminazioni. Uno studente escluso in una determinata Università a causa del proprio punteggio avrebbe infatti potuto accedere senza problemi in un’altra in cui il discrimine per l’ammissione fosse risultato più basso, e così anche l’inverso.

Storia del Test di Medicina – L’introduzione su scala nazionale

Proprio per evitare spiacevoli problemi come questo, il 28 giugno 2012 il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo mise mano alla Legge 264/99. Facendo così rese nazionale il test di medicina e offrì a ciascun candidato la possibilità di concorrere per tutte le sedi universitarie.

Il primo test di medicina italiano a livello nazionale ebbe dunque luogo il 9 settembre 2013.

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