Intraprendere la carriera in Medicina e Chirurgia è un percorso che esige molto più della sola preparazione accademica. Spesso, il sogno di indossare il camice è immenso, ma il timore di non essere all’altezza può sembrare insormontabile.
La vera sfida consiste nel trasformare l’ambizione in consapevolezza.
È lo stesso passaggio che è riuscita a compiere Eleonora Fazio, nostra ex allieva, quando frequentava il corso Newton in presenza nella nostra sede di Genova nell’anno accademico 2017-2018. Anche per lei quel sogno era grande e la paura iniziale reale, ma con il tempo ha saputo convertirla in determinazione, consapevolezza e risultati concreti. Oggi Eleonora si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Genova.
La sua testimonianza raccolta durante la 18esima puntata del nostro Podcast, fatta di sacrifici importanti e di una profonda crescita personale, offre una prospettiva potente e vicina a tutti gli aspiranti medici che stanno affrontando lo stesso percorso.
Indice
- Ritornare nella nostra sede da Dottoressa, quali emozioni ti fa provare?
- In che modo lo staff di Cordua e i compagni di corso ti hanno sostenuta durante la preparazione?
- Come è avvenuto il tuo cambiamento?
- L’esperienza in Cordua ti ha lasciato valori utili per affrontare le sfide dell’università?
- Qual è il messaggio fondamentale che vuoi dare ai ragazzi che si preparano ad affrontare la selezione in Medicina?
- Partecipa a uno dei nostri Open Day
Ritornare nella nostra sede da Dottoressa, quali emozioni ti fa provare?
Io non ho mai dimenticato Cordua: l’ambiente, le stanze, la sensazione di studiare qui. Questo luogo rappresentava una speranza fortissima, quella di costruire il mio sogno e arrivare davvero da qualche parte.
Negli anni ho ripensato spesso alla fatica fatta qui. È stata una fatica che mi ha spinta ad andare avanti anche quando ero stanca durante l’Università. Cordua è sempre stata un po’ casa per me, sia nei momenti di stress che in quelli di gioia, quando capivo che la fatica era valsa la pena.
Tornare qui, varcare di nuovo la soglia e rifare quel corridoio fino all’ufficio è stato bellissimo. Non ero mai tornata prima della laurea. Entrare mi ha fatta sentire di nuovo piccola, ma è stata una emozione davvero meravigliosa.
In che modo lo staff di Cordua e i compagni di corso ti hanno sostenuta durante la preparazione?
Ero fresca di diploma da geometra, quando decisi di frequentare Cordua, il corso Newton. Eravamo un gruppo numeroso e, inizialmente, mi sentivo “piccola” e un po’ indietro rispetto agli altri, che mi sembravano avere più dimestichezza con le materie scientifiche.
Questa differenza da un lato mi spaventava, dall’altro mi spingeva a fare di più. Arrivavo presto e andavo via tardi; studiavo notti intere e non facevo altro perché quello era il mio obiettivo. Quei sacrifici sono la base di ciò che sono oggi, e non rimpiangerei nulla.
Ho trovato tantissimo sostegno non solo dal mio gruppetto di studio, al quale sono ancora molto affezionata, ma soprattutto dallo staff. Devo ringraziare tutti, ma in particolare Francesco, perché lui mi ha accettata sulla fiducia. Ero piccolina e provenivo da un “sottofondo un po’ incerto”, ma lui ha creduto in me.
Come è avvenuto il tuo cambiamento?
Il percorso non è stato subito facile. Il primo test, quello dell’Università Cattolica per accedere alla facoltà di Medicina in lingua inglese, non era andato bene. Dentro di me si era aperta la prospettiva di un disastro, perché mi stavo già impegnando moltissimo.
Ricordo che Francesco Cordua mi chiamò nel suo ufficio: c’era anche mia madre, preoccupata. Francesco mi guardò e mi disse: “Eleonora, io non lo devo dire, ma te lo devo dire: tu ce la fai”.
Quella frase mi tolse un peso enorme dalle spalle. Ho capito che non potevo non crederci, se lui ci credeva.
Il mio cambiamento è stato una presa di coscienza: se voglio fare una cosa così grande, devo diventare all’altezza di quella situazione. Devo fare quello che mi viene richiesto e anche di più.
Si diventa adulti quando si prende coscienza di ciò che si vuole essere e si agisce per esserlo.
L’esperienza in Cordua ti ha lasciato valori utili per affrontare le sfide dell’università?
Assolutamente sì. L’università ti mette continuamente davanti a delle sfide. Se in Cordua affronti la sfida del test di ammissione, in università ogni esame è un test.
Anche se lo puoi ripetere, ogni esame rimane una verifica che può renderti tranquilla o farti dubitare delle tue capacità.
Il mio percorso universitario non è stato lineare: ho avuto alti e bassi. Il valore fondamentale che mi ha sostenuta è stata la consapevolezza di riuscire a farcela a prescindere. Se un esame non andava bene, sapevo che all’appello successivo sarebbe andato a buon fine. Non mi sono più sentita toccata nel personale.
Quali elementi ti hanno aiutato a mantenere alta la motivazione durante gli anni di studio e tirocini?
Gli amici sono stati la chiave. Ho incontrato una mia compagna di corso, che frequentava anche lei Cordua, proprio il giorno del test di Medicina: eravamo sedute vicine, ma non ci eravamo mai parlate prima.
Finito il test, abbiamo iniziato a confrontarci e da lì siamo diventate inseparabili. Abbiamo fatto l’intero percorso universitario insieme.
Il sostegno che ti danno le persone che vivono la tua stessa esperienza non può essere uguale a quello di chi ti sta vicino, ma non la sta vivendo.
La seconda parte di Università, quella clinica e dei tirocini, è stata un’ulteriore presa di consapevolezza. Dopo aver studiato la teoria, ti interfacci con il paziente in carne e ossa. Devi capire se effettivamente hai fatto tue le conoscenze.
Sono soddisfatta di quest’ultima fase, perché mi piacciono le persone. Scoprire l’ambiente lavorativo reale mi ha dato soddisfazione, forse maggiore del solo superamento degli esami. Questo mi ha confermato che fare il medico, la professione più nobile del mondo, è la strada giusta per me.
Qual è il messaggio fondamentale che vuoi dare ai ragazzi che si preparano ad affrontare la selezione in Medicina?
Il mio consiglio è di non mettersi in dubbio. Bisogna restare ancorati alla realtà e mettere in conto che si può fallire.
Fallire non è un fallimento definitivo: è solo un allungamento dei tempi. Se l’obiettivo è chiaro, non bisogna farsi scoraggiare dagli argomenti difficili o dalla mancanza di sostegno esterno.
Bisogna andare avanti per la propria strada, sviluppando autonomia e fiducia in sé stessi. È fondamentale lavorare sulla propria consapevolezza, senza appoggiarsi troppo al giudizio degli altri.
Dobbiamo essere forti, agendo nella direzione di ciò che vogliamo essere. Ricordate: si costruisce dagli errori. Io ho sempre sbagliato prima di fare la cosa giusta. Se si impara dagli sbagli, la prossima volta che si farà la cosa giusta non sarà una coincidenza, ma il frutto dell’apprendimento.
Partecipa a uno dei nostri Open Day
Anche tu sogni un futuro con il camice bianco? Il primo passo non è solo studiare di più, ma imparare a credere davvero nel tuo percorso, trasformando l’ambizione in consapevolezza, proprio come ha fatto Eleonora.
In Cordua trovi un metodo di preparazione costruito in 25 anni di esperienza, docenti che ti affiancano con competenza e continuità, aiutandoti a restare saldo anche nei momenti di difficoltà.
Se vuoi capire come funziona il nostro metodo e come potrebbe guidarti verso Medicina, partecipa a uno dei nostri Open Day online e gratuiti: compila il form qui sotto e verrai ricontattato da uno dei nostri consulenti didattici.





