Storia della Medicina – Cure e rimedi nella Grecia post Ippocratica

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La Medicina Greca Post Ippocratica prese piede a partire dal momento di decadenza della scuola Ippocratica, avvenuto intorno al 300 a.C.

Continua a leggere per approfondire il quadro storico e le scuole di medicina che si sono diffuse in epoca post ippocratica

La Medicina Greca Post Ippocratica – Il Quadro Storico

Il quadro storico fu caratterizzato anzitutto dalle imponenti conquiste di Alessandro Magno, allievo Aristotele, entro tutti i territori del Mediterraneo. Alla morte del sovrano, il potere fu ripartito fra i suoi vari generali (i diadochi) e l’impero venne diviso in numerosi regni: tra i più importanti regni vi erano sicuramente quello di Pergamo e quello tolemaico in Egitto, dove la cultura greca si fuse con quella egiziana.

La Medicina Greca Post Ippocratica – Aristotele

Il contributo di Aristotele allo sviluppo della medicina in epoca post ippocratica fu senza dubbio importante.
Figlio di un medico a Stageira (in Macedonia), egli fondò di fatto la filosofia occidentale naturale e, grazie alle ricerche compiute su numerosi animali – riuscì a dar vita alla prima classificazione degli animali (contenuta all’interno dell’opera De animalibus). Questo lo rese noto anche in quanto fondatore dell’anatomia comparata. Al suo allievo Teofrasto, inoltre, si devono quella delle piante e il primo approccio all’ erboristica.
All’interno della sua opera, Aristotele elaborò anche un sistema fisiologico incentrato sul cuore, all’interno del quale sarebbe stata posizionata un’ardente fiamma vitale, mantenuta viva da uno spirito (il pneuma o spirito vitale), in grado di irradiare calore in tutto il corpo. In questo scenario, polmoni e cervello avrebbero invece avuto una funzione di raffreddamento, cosa che di fatto confermava il ruolo del cuore come organo più importante. Sempre ad Aristotele, inoltre, si devono i primi veri e propri suoi studi di embriologia, nei quali egli notò che il cuore cominciava a battere nelle fasi iniziali dello sviluppo dell’organismo e smetteva in concomitanza con la fine della vita.

La Scuola dogmatica

Erofilo di Calcedonia (335-280 a.C.) ed Erasistrato (304-250 a.C.) furono i veri discepoli degli insegnamenti ippocratici, schierando il proprio pensiero al fianco delle dottrine professate dai Dogmatici.
Erofilo – anatomista e chirurgo greco – operò invece ad Alessandria, dove si occupò dello studio del sistema nervoso centrale, arrivando ad eseguire anche la prima dissezione pubblica di cui si ha notizia.
Erasistrato non fu certo da meno, dal momento che diede vita a un importante studio sull’anatomia del cervello e dei nervi – a cui se ne aggiunse un secondo focalizzato su vene e arterie – e importanti osservazioni relative all’apparato cardiocircolatorio. Il fisiologo greco fu il primo a riconoscere che le arterie sono anch’esse dei vasi (in netta contrapposizione con quanto affermato in precedenza da Aristotele, secondo il quale le arterie non avrebbero trasportato sangue, bensì pneuma). Egli, inoltre, diede molta importanza allo studio del polso e al concetto di temperatura del corpo: tutti concetti che, però, nel corso dei secoli finirono purtroppo dimenticati.

La Scuola empirica

Proprio all’interno dell’impero tolemaico – e precisamente ad Alessandria d’Egitto – si sviluppò un movimento culturale davvero imponente.
Di grande rilevanza all’interno del panorama alessandrino, la Scuola empirica, promosse l’idea secondo cui l’attività del medico avrebbe dovuto comprendere tre momenti fondamentali:

  • L’anamnesi.
  • L’autopsia (da intendersi come visita diretta del medico sul malato.
  • La diagnosi.

Oltre alla Scuola empirica, nello stesso periodo ad Alessandria fiorirono anche – come abbiamo visto – anche la Scuola dogmatica (che rappresentava, per l’appunto, una sorta di “prolungamento” di quella ippocratica) e la Scuola metodica.

La Scuola metodica

Tale Scuola di pensiero basava le proprie dottrine sui concetti professati dalla teoria atomistica di Democrito (V-IV secolo a.C.).
Secondo tale scuola, la concezione ippocratica avrebbe dovuto essere considerata – come quella aristotelica – puramente finalistica, mentre alla base della teoria democritea ci sarebbe stata la necessità di valutare le cose così come apparivano nel mondo reale, ponendo attenzione principalmente alle condizioni fisiche del malato (come dimostra, per altro, la grande importanza riservata loro allo stato dei pori, in base ai cui passaggi chiuso-aperto si sarebbe potuta definire una condizione, rispettivamente, di rilassatezza o di tensione: tale concetto, però, finì per altro per essere la causa dell’estrema scarsità d’igiene esistente nel Medioevo).

Scopri la Storia della Medicina attraverso i nostri articoli dedicati.

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