La Medicina Rinascimentale occupa un ruolo di primo piano nella storia della medicina
Gli anni a cavallo tra il XV e il XVII secolo segnarono infatti l’inizio di una grande epoca di ricerche scientifiche, che portarono la medicina a ricoprire un ruolo sempre più centrale all’interno della società.
A questo concorse non solo la presenza di figure importanti nel panorama medico, come Andrea Vesalio, Gabriele Falloppio e Bartolomeo Eustachio, ma anche l’impulso dato dalle numerose epidemie che colpirono l’Europa dell’epoca.
L’emergenza a cui si dovette far fronte indirizzò gli studiosi verso un ripensamento delle antiche teorie mediche, conquistando enormi traguardi soprattutto in ambito anatomico.
In questo articolo osserveremo da vicino il ruolo della medicina in epoca rinascimentale, analizzando l’impatto delle epidemie sulle credenze del tempo e la rilevanza che ebbero le grandi scoperte mediche sul futuro della disciplina.
Le credenze della Medicina Rinascimentale
Sulla scia dei progressi raggiunti in epoca medievale, in particolare dalla scuola salernitana, nel XV secolo la medicina occupava un posto importante tra le discipline universitarie.
In tutta Europa si era diffusa un’estesa letteratura scientifica, che aveva consolidato il ruolo del medico non solo a livello accademico, ma anche sociale.
Sempre più individui infatti, soprattutto nei contesti urbani, decidevano di affidarsi alle cure di un medico specializzato, ritenuto maggiormente preparato e consapevole dei trattamenti da adottare.
Il nuovo ruolo della scienza fu fondamentale in questo processo. La diffusione di una filosofia scientifica – che poneva sotto una nuova luce discipline come la matematica, la biologia e la chimica – produsse i cambiamenti necessari per la diffusione di una grande varietà di personaggi che praticavano nell’ambito medico.
Vediamoli insieme.
Le figure della Medicina Rinascimentale
Nel corso del Rinascimento i medici specializzati divennero un’ottima alternativa a quella serie di figure che popolava da tempo l’Italia e l’Europa, come erboristi, astrologi, guaritori, stregoni e consiglieri religiosi. Tra questi due estremi, altri personaggi operavano per rispondere a tutte le esigenze della popolazione. Possiamo distinguere in questo caso:
- Speziale o Farmacista: lavorava come venditore di spezie e medicamenti
- Barbiere-chirurgo: si occupava della cura “esterna” dell’uomo, trattando i tumori cutanei, praticando salassi e svolgendo i compiti del barbiere
- Stufarolo: metteva a disposizione bagni caldi
- Cavadenti: praticava come dentista
- Levatrici: unica figura esercitabile dalle donne, si adoperava per risolvere tutte le problematiche relative alla sessualità femminile, compresi i parti.
Il lavoro di questi individui fu di grande rilevanza soprattutto nei periodi di crisi. Il Rinascimento infatti si caratterizzò per la diffusione di un gran numero di epidemie, che decimarono la popolazione e costrinsero gli studiosi ad abbandonare vecchie pratiche e ad adottarne di nuove
Il ruolo delle epidemie
Nel corso della storia le epidemie sono state sempre la radice di profondi cambiamenti. Quelle che si susseguirono nel corso del rinascimento non fecero eccezione: peste, lebbra, tubercolosi, sifilide e scabbia furono causa di morte per oltre 50 milioni di persone in tutta Europa, stimolando il dibattito intorno a pratiche mediche inefficaci e dando impulso alla ricerca.
Tra i progressi riscontrati troviamo:
- La suddivisione delle malattie in interne, trattate dal medico-fisico, ed esterne, trattate dal chirurgo
- La pratica di adibire ospedali maggiori per malati suscettibili di guarigione, ed ospedali minori per malati cronici
- Una maggiore attenzione sulla salute del corpo
- Il perfezionamento dei “ferri del mestiere”, come per esempio rasoi, bisturi, scalpelli, martelletti, forbici, pinze, seghe, trapani, uncini e cauteri.
- L’introduzione di utensili e bendaggi moderni
- L’attitudine verso la mescolanza dei saperi filosofici, letterari e medici.
In questo panorama, l’operato di grandi medici e ricercatori portò a scoperte importantissime nell’ambito della medicina, soprattutto nel ramo dell’anatomia.
Nel prossimo paragrafo esploreremo i più influenti.
L’anatomia nella Medicina Rinascimentale
Il XVI secolo fu uno dei periodi più floridi per quanto riguarda gli studi sull’anatomia. Tramite le autopsie, il corpo umano fu per la prima volta studiato e analizzato attraverso il metodo scientifico, svelando caratteristiche fino ad allora sconosciute.
Andrea Vesalio, medico fiammingo alla corte di Carlo V di Asburgo, fu tra i primi a proporre il superamento delle antiche teorie galeniche, avanzando nuove idee basate sullo studio autoptico del corpo e la pratica della dissezione dei cadaveri.
La sua opera “De humani corporis fabrica libri teptem” fu la summa del suo pensiero ed è oggi considerato il primo vero trattato di medicina moderna.
L’influenza di Vesalio fu tale che alcune strutture anatomiche assunsero il suo eponimo, come il “foro di Vesalio” o il “legamento di Vesalio”.
Destino simile capitò ad alcuni discepoli o contemporanei di Vesalio: Gabriele Falloppio e Bartolomeo Eustachio diedero il proprio nome a due condotti, rispettivamente uterino e uditivo, e Leonardo da Vinci pubblicò innumerevoli illustrazioni in cui l’anatomia diventava arte, diventando il primo autore effettuare la prima classificazione delle infermità mentali.
Conclusioni
Il Rinascimento assurse dunque come periodo d’oro per molti campi della medicina. Il superamento di antichi retaggi e le opere che da quel momento iniziarono a diffondersi in tutta Europa segnarono di fatto la nascita della medicina moderna.
La medicina del XIX secolo, con i suoi rivoluzionari avanzamenti nei campi più disparati del sapere medico, sarà oggetto del prossimo articolo.
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