LA MEDICINA GRECA PRE IPPOCRATICA (XXVII - V secolo a.C.)

La medicina greca si trovò ad avere un alto grado di sviluppo - anche sociale - già a partire dalla civiltà minoica (2700 a.C. - 1100 a.C circa). Si pensi, ad esempio, che a Cnosso l'idea di salute e sanità come le intendiamo noi oggi erano già vive, e il fatto che già esistessero bagni e latrine e che l’arte medica fosse esercitata da esperti remunerati ne sono la prova.
Tale medicina, però, aveva ancora contenuti magici e mistici: Apollo, infatti, veniva considerato il fondatore dell’arte Medica, Atena la legislatrice sanitaria e Chirone il fondatore e maestro della medicina. In questo frangente, inoltre, non va dimenticato come un’altra figura di fondamentale importanza nella storia mitologica della medicina greca era il troiano Iapige - medico nientemeno che di Enea - al quale un giorno Apollo, follemente innamorato di lui, avrebbe offerto in dono le sue arti: Iapige però - volendo solamente salvare il padre morente - avrebbe piuttosto preferito imparare l’arte della medicina.
Sempre in termini di leggenda, poi, in Tessaglia era nota la storia di Asclepio, celebre allievo di Chirone conosciuto anche per le proprie guarigioni miracolose, spesso avvenute nel sonno tramite il contatto col dio Apollo o col serpente: non a caso in svariate regioni della Grecia era facile trovare numerosi templi a lui dedicati, tutti costruiti sempre vicino a fonti purissime o termali, ciascuno dotato di gimnasi e sanatori. Il culto di Asclepio - nominato anche da Platone all'interno del Fedone, quando nel 399 a.C. Socrate rivolge al discepolo Critone, giunto in suo soccorso per convincerlo a scappare prima della condanna a morte, le proprie ultime parole: «Dobbiamo un gallo ad Asclepio, pagate questo debito e non dimenticatevene» - fu introdotto ad Atene nel 429 a.C. e portato poi anche a Roma, dove fu fondato il primo tempio di Esclulapio (altro nome usato per indicare il divo Asclepio) sull’isola Tiberina.

LA SIMBOLOGIA RELIGIOSA

Nonostante queste premesse, non va dimenticato che la medicina greca più antica fosse comunque collegata alla magia e agli incantesimi, anche se ad esempio già nell'Iliade di Omero - il quale considerava Apollo il dio iniziatore dell’arte sanitaria - è possibile ritrovare una notevole conoscenza relativa al trattamento delle ferite e di altre lesioni tramite chirurgia, specialità al tempo già riconosciuta come distinta dalla medicina interna. Come detto poc'anzi, in seguito Asclepio sostituì Apollo come dio della medicina, e i sacerdoti iniziarono a praticarre l’arte della guarigione all'interno dei suoi templi: ma non basta. In un periodo poco più tardo, infatti, toccò a una setta semisacerdotale - quella degli Asclepiadi, autodichiaratisi discendenti del dio della medicina - iniziarono a praticare una forma di psicoterapia, probabilmente influenzati da alcuni studi messi in atto precedentemente anche dagli antichi egizi.

Come è noto ai più, il simbolo della medicina greca è il serpente, animale sacro perché ritenuto (erroneamente) immune dalle malattie. Esistono, però, anche in questo caso diverse interpretazioni: secondo un’altra versione, ad esempio, nel simbolo della medicina non sarebbe rappresentato un serpente, bensì l’estirpazione del Dracunculus medinensis (o serpente di Medina, di fatto un parassita). Nonostante questo, però, nella medicina antica il serpente aveva anche un’importante funzione pratica: basti pensare che nel tempio di ogni città di norma si era soliti trovare una sorta di cunicolo con i serpenti, e questo perché considerato - oltre che un luogo di devozione - anche il posto dove si portavano i malati, i quali avrebbero dovuto essere per l'appunto spaventati proprio dai serpenti per indurre in loro uno stato di shock e far apparire il dio guaritore.

Col passare del tempo, la medicina prese sempre più le distanze dalla religione: la svolta si ebbe nel V secolo a.C. con la medicina razionale di Ippocrate.

IL QUADRO STORICO

La scuola di Mileto (VII secolo a.C.)
La più antica tra le scuole mediche pre-ippocratiche fu senza dubbio quella di Mileto i cui maestri principali furono alcuni tra i filosofi più celebri del tempo, come Talete, Anassagora, Anassimandro, Archelao e Diogene. Oltre ad aver intuito che il cervello fosse il centro di controllo delle funzioni psichiche e somatiche - e che gli organi di senso sono connessi ad esso attraverso canali di comunicazione (successivamente identificati come nervi) - i filosofi di Mileto rappresentano una pietra miliare della storia della medicina anche grazie all'approccio filosofico che applicavano alla sua analisi, il quale di fatto permise loro di affrontare lo studio dell’uomo anche da un punto di vista naturalistico, dando vita a diverse intuizioni rivelatesi alla fine esatte.
Tra queste, una menzione speciale va certamente fatta alla cosiddetta Teoria degli elementi, elaborata da Talete e in base alla quale prese vita anche un'importante sistema secondo cui l’universo sarebbe stato costituito da quattro elementi fondamentali: aria, acqua, terra e fuoco. Allo stesso modo, all'interno della scuola di Mileto venne a lungo dato grande rilievo anche alle qualità naturali contrapposte (come secco e umido, freddo e caldo, dolce e amaro, e via discorrendo). In questo contesto, inoltre, venne affermato per la prima volta da Anassagora il concetto secondo cui - per la nascita di una nuova vita - sarebbe necessario il contributo (o semen) di entrambi i genitori, mentre Anassimandro fu il primo a notare che durante le prime fasi di vita l’embrione umano fosse molto simile a quello dei pesci (concetto che, di fatto, ha in seguito rappresentato la base delle moderne teorie evoluzionistiche).

La scuola di Pitagora (VI secolo a.C.)

Pitagora - padre di tale scuola e celeberrimo filosofo e matematico greco di epoca classica - nel VI secolo a.C. era attivo nell’isola di Samo, ma - quando il tiranno Policrate salì al potere - decise di spostarsi a Crotone. Fu proprio in quel frangente che - apportando alla scienza naturale del tempo la propria teoria dei numeri - il filosofo diede modo agli studiosi di affrontare l'analisi della medicina anche da un punto di vista quantitativo. Punto cardine del pensiero pitagorico, infatti, riguardava l'importanza dei numeri, cosa che ben presto influenzò notevolmente la sua visione della medicina: secondo Pitagora, infatti, le malattie avrebbero origine dagli eccessi, e avrebbero potuto essere evitate rispettando regole alimentari, di igiene e di vita.
La scuola pitagorica ebbe importanti allievi, così come la dottrina di Pitagora ebbe un enorme successo. Quest'ultima prese ben presto il nome di Dottrina dell'armonia e finì per rappresentare un vero e proprio pilastro per l'opera di numerosi medici greci e italici (primi fra tutti Empedocle di Agrigento e Democede, i quali - oltre ad approfondirla - ne favorirono anche la diffusione al di fuori dei confini della Magna Grecia, sia in Europa e in Asia).
In un clima culturalmente così fervente, infine, nacquero anche le prime scuole in Italia meridionale e nel Mediterraneo: Cirene, Rodi, Cnido e Kos.

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