LA MEDICINA CELTICA (IV secolo a.C. - I/II secolo d.C.)

L'arte medica - seppur nella sua forma primordiale - fu ampiamente praticata anche dalle popolazioni celtiche (termine con cui si suole indicare sia i Celti veri e propri che i Galli e i Belgi) fin dalle origini: non a caso, infatti, in questo frangente l'esercizio della medicina era affidato ai saggi e sapienti sacerdoti, chiamati Druidi.

All'interno del mondo celtico, i Druidi fungevano al contempo da giudici, da legislatori, da indovini e da officianti durante i riti sacrificali degli antichi Galli: le loro origini, però, rimangono tuttora ignote, dal momento che tutte le informazioni pervenuteci sono circondate da un alone di mistero e di mistificazione. Quello che sappiamo per certo è che i Druidi celtici praticavano l'arte divinatoria traendo presagi dal volo degli uccelli o dalle viscere degli animali sacrificali (esattamente come succedeva agli auguri in epoca greca arcaica.
All'interno della società celtica, i Druidi si trovavano divisi in tre classi:
I Druidi propriamente detti, i quali si occupavano della legislazione.
Gli Eubaghi, impegnati nello studio della natura.
I Bardi
, dediti alla poesia e alla storia.
In tutti e tre i casi, la parola d'ordine era sicuramente discrezione: nessuno, infatti, conosceva i loro segreti, che venivano trasmessi nel folto del bosco - ben lontano dai villaggi abitati - solo a coloro che erano destinati a succedere a un altro Druido.
All'interno della società celtica, inoltre, anche le donne esercitavano l'arte della magia, preparando pozioni magiche, interpretando i sogni e praticando una rudimentale forma di ostetricia.

Il periodo di noviziato durava oltre vent'anni, al termine dei quali i Druidi avrebbero finalmente potuto essere ammessi ad esercitare come praticanti. Problema fondamentale della loro pratica medica, però, fu sempre l'impossibilità di attingere testi scritti. I veri Druidi, infatti, si affidavano pochissimo alla scrittura, dal momento che la loro scienza era racchiusa in tre principi fondamentali:
L'allegria.
La temperanza.
L'esercizio.
Tutto questo di fatto causò la diffusione a macchia d'olio anche di diversi ciarlatani, che spesso tentarono di avvicinare le popolazioni Celtiche proponendo i propri rimedi e spacciandosi per Druidi.

IL QUADRO STORICO

I primi Celti di cui si ha memoria si stabilirono in Francia (precisamente nella regione compresa tra i fiumi Senna e Garonna), ma durante un primo flusso migratorio si stabilirono in Inghilterra. Nei territori francesi, invece, iniziarono a stabilirsi i primi Belgi, in precedenza stanziati nella regione compresa tra i fiumi Senna e Reno.
La medicina continuò ad essere tramandata tra queste popolazioni a lungo in maniera indisturbata, almeno fino a quando non furono sottomesse da Tiberio e Claudio, che decretarono l'estinzione di questi sacerdoti perché esercitavano arti illecite.

Tra le principali tecniche mediche utilizzate dai Druidi celtici vi era senza dubbio l'uso del vischio della quercia, considerato una pianta sacra e rimedio sicuro contro tutti i veleni e la sterilità.
Lo stesso Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historya fu tra i primi a descrivere con dovizia di particolari l'importante cerimonia druidica che aveva luogo all'inizio dell'anno gallico (dopo il solstizio d'inverno, durante il sesto giorno di luna), durante la quale i Druidi convocavano fedeli da ogni parte nei luoghi sacri, disputandosi l'onore di assistere a questa specie di giubileo che avveniva nei boschi dove cresceva la Quercia Sacra, lo stesso luogo dove i Druidi celebravano le loro assemblee. In questo frangente, i Druidi solevano celebrare la solenne cerimonia con una maestosa processione, aperta dal coro dei leggendari Bardi, incaricati di cantare le prodezze degli eroi e gli inni in onore di Odino e dei Teutates, seguiviti dagli Eubaghi, dai sacrificatori e dagli auguri accompagnati da due caratteristiche vittime sacrificali (dei tori bianchi adornati con ghirlande). In fondo alla processione si trovava l'Eraldo (o maestro d'armi), che guidava i giovani novizi iniziati ai misteri vestito di una tunica bianca, con un casco alato in testa e un ramoscello di verbena in mano, attorno al quale erano avvolti a spirale due serpenti simbolo del potere. Ultimo - ma non per importanza -- vi era il re pontefice Gran Druido vestito di una tunica bianca, primo sacerdote e giudice supremo allo stesso tempo.

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